GUARDARE AVANTI

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Quote 23 Giugno. Siamo già quasi a fine mese e con oggi concludiamo parte del nostro campionato sociale. Da domani si chiude, giriamo il cartello sulla porta con su scritto "chiuso per ferie" e ci rivediamo tutti a Settembre. Tante sono le tappe che hanno segnato il nostro cammino, molti i traguardi e le mete raggiunti insieme, molte le esperienze fatte e molte le nuove amicizie strette. Normale quindi che questa sia una gara un po' speciale. Si muovono i primi passi per le strade festose di Campagnano, sotto un sole che fa ancora male. La speranza è che la calura stemperi con l'approssimarsi della partenza, ma stretta nella folla sotto il gonfiabile la cappa è pesante. Mi manca l'aria... "fa caldo" mi dico, passando una mano sui cappelli bagnati qualche minuto prima e già asciutti. Non riesco a respirare... che afa, ma so che la temperatura non c'entra. Sento qualcosa dentro che monta e che vorrei frenare, un'agitazione che sale piano. Oggi è l'ultima.

Una gara dura e come va, va. Ma è una bugia: lo vedo nei sorrisi tirati di chi mi sta intorno, nelle gambe frementi per l'attesa del via, lo sento in quel brivido lieve che mi increspa appena la pelle. L'emozione è come il vento, è come la sabbia del mare che si infila ovunque. Inutile opporsi, chiudere porte e finestre: anche se tenti di fermarla troverà una strada, si infilerà tra le fessure, sotto la soglia, nei mille spazi che lasciamo scoperti e invaderà il nostro cuore. Lo sparo è quasi liberatorio e ci tuffiamo in discesa come ciottoli rotolanti per una scarpata. La pendenza ci guida, comanda un passo impegnativo per le nostre gambe e il nostro fiato. Una corsa gioiosa e infantile da fine scuola, da gare in cortile con gli amici e quando in lontananza vedo la nube arcobalenata di gocce d'acqua che invade la strada per rinfrescare il nostro passaggio mi sale alla gola un esclamazione d'entusiasmo e nel cuore un ricordo vicino. Qualcosa che sa di gioco e vacanza, qualcosa che sa di felicità. Mi bagno grata passando veloce. Questo è l'ultimo baluardo. Da qui in poi si soffre.

All'entrata dell'autodromo d'improvviso le prospettive cambiano: la strada si allarga e il panorama circostante straripa come dalla garza di un sacco troppo pieno che al fine ha ceduto. Ora siamo minuscoli, briciole sfocate nell'aria tremula del primo imbrunire, infuocate dal rosso del sole calante, scomposte dal vento borioso di pianura. Corro in questo spazio che sembra infinito, che dilata le distanze e gli sforzi, corro inseguendo le ombre allungate di chi mi precede. Quando alla fine lascio l'autodromo inizio la mia ascesa verso il paese; è come una risalita dal fondo del mare verso la superficie, verso la luce, con la stessa urgenza e debito d'ossigeno. Alle spalle mi accompagna un avversario che non sono riuscita a staccare. Non c'è bisogno di voltarmi: avverto la tua presenza anche senza vederti, anche se sei lontano! Voglio guardare avanti verso l'ignoto del prossimo tornante e continuare. Rallentare però sarebbe facile. La differenza in classifica minima e la tentazione è un tarlo che sgretola piano...  ma guardo le mie scarpe che sorde continuano ad andare e c'è qualcosa che me lo impedisce.

Arrivo infine al traguardo soddisfatta. Un buon piazzamento? Certo. Un ottimo tempo? Sicuro. Ma ciò che conta davvero è non aver ceduto e questo lo devo a te... solo adesso mi posso voltare e cercarti. Dov'eri? Molto lontano da me? Strano eppure  sembravi così vicino! Ora c'è solo spazio per i saluti e gli abbracci. E mentre mi incammino verso la macchina che mi riporterà a casa, nel cielo brillano appena le prime stelle notturne. Punti di sospensione di una frase lasciata a metà. C'è ancora molto da dire, praticamente tutto: ci rivediamo a settembre. Quote

 

Annalisa Gabriele

 

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